Lighting
Rendering
Postproduzione
Architetto Dimatteo
Il progetto architettonico La riconversione, il riuso dei luoghi che ancora oggi riveste nell’immaginario comune uno spazio disordinato, adibito a mercatini e chioschi stagionali offre la possibilità di riappropriarsi con un atteggiamento contemporaneo di paesaggi abbandonati, alle volte sconosciuti. Coniugare la ricchezza dei motivi che hanno costruito questi edifici, la loro qualità dimensionale, la suggestione della materia che li scolpisce, con le trasformazioni necessarie ai nuovi usi, le nuove tecniche e possibilità strutturali è forse uno dei temi contemporanei e necessari. Aggiungere nuovi tratti, porsi a fianco, insinuarsi all’interno di un edificio esistente sono azioni di progetto che implicano una presa di posizione certa nei confronti del manufatto e rendono necessario oggi, oltre ad un giudizio chiaro e preparato , un inevitabile scontro con ciò che è arrivato fino a noi. Comprendere la storia significa avere la capacità di far rivivere questi luoghi, questi edifici che come pezzi di città, al di là della loro funzione originaria si offrono alla contemporaneità raccontando la loro storia. In questo modo l’architettura ha la possibilità di trasformarsi continuamente, accogliendo temi diversi, modi differenti d’uso mantenendo un carattere eccezionale, cercando di far parte, seppur in tempi diversi, del paesaggio della città. Ogni riferimento a L’Architettura della città di Aldo Rossi è voluto. Il lavoro di tesi proposto per il nuovo polo destinato alle arti visive assume con profondità questi temi mettendo in scena forse l’ultimo tassello di una lunga e continua ridefinizione della preziosa storia, cronologia e geografia di questi spazi. Il concetto di riuso del manufatto urbano (in questo caso dell’asilo nido non ancora ultimata) si estende ai materiali locali, alle tracce d’uso del territorio e alle sue memorie figurative e produttive. Il progetto di architettura tende quindi a sottolineare tale percorso con il ridisegno delle sagome dell’edificio preesistente declinato in volumi bianchi con tagli e sagome rientranti a ricordare le antiche aperture, mentre le nuove costruzioni a contrasto con il preesistente esprimono con chiarezza le specifiche identità facendo convivere vecchio e nuovo senza piegarsi ad alcuna forma di promiscuità e mescolanza. Ciascuno di tali volumi è introverso, opaco e ospita un nucleo compatto e specializzato di ambienti e servizi: la sala mostre il ristorante e gli uffici amministrativi ricavati dal blocco esistente si raccolgono intorno ad un vuoto centrale dal perimetro regolare che reinterpreta la tipologia a corte, trasformando lo spazio centrale in una piazza urbana condivisa tra gli utenti e gli abitanti della città. A chiudere il poligono sul lato lungo troviamo un porticato che funge da ingresso sul lato ovest e che apre la visuale sulla piazza, mentre sul lato est della struttura sovrasta l’imponenza della sala cinematografica da 165 posti a sedere costituita da una doppia pelle curvilinea che apre lo spazio necessario per la collocazioni dei servizi e della holl. La ricerca di particolari effetti chiaroscurali e di una configurazione leggera caratterizzano questa doppia pelle: un singolare accostamento di immagini che si incontrano e si sovrappongono su una struttura in lastre di cemento accuratamente sagomate fa ripercorre la storia del cinema italiano attraverso un supporto che vuole ricordare la forma della pellicola. Il nuovo edificio, posto a fianco del vecchio e rivolto verso la piazza, assume nella proposta di architettura un ruolo di snodo, costituisce da un lato , il prospetto urbano del complesso verso lo spazio aperto, dall’altro l’elemento di separazione dalla strada che intercorre alle sue spalle. Questo edificio dalla geometria regolare, slanciato verso l’alto caratterizza l’auditorium, che con la sua chiarezza strutturale e la precisione del dettaglio sia nella definizione delle strutture portanti in acciaio, sia nella scelta dei materiali che compone la copertura vuole rievocare l’utilizzo dell’acciaio della cantieristica locale.